Backup e Disaster Recovery: tutto quello che devi sapere

Backup e Disaster Recovery: tutto quello che devi sapere

Backup e Disaster Recovery: tutto quello che devi sapere

In un mondo digitale in continua evoluzione, la gestione dei dati aziendali è essenziale per garantire la sicurezza e la continuità operativa delle imprese.
Due pilastri fondamentali di questa strategia sono il backup e il disaster recovery, strumenti che, pur avendo obiettivi diversi, lavorano insieme per minimizzare le perdite e velocizzare il recupero dei dati in caso di imprevisti.
Scopriamo insieme cosa sono, come si differenziano e quali sono le migliori pratiche per adottare soluzioni di backup e disaster recovery efficaci.

Quando si parla di protezione dei dati aziendali, il backup rappresenta il primo passaggio fondamentale e consiste nel processo di copia e archiviazione dei dati aziendali per assicurarne il recupero rapido in caso di problemi tecnici, come guasti hardware o errori umani.
I backup possono includere dati gestionali, file, cartelle e email, consentendo all’azienda di ripristinare file specifici in pochi minuti e minimizzando i disagi operativi.

Esistono diverse tipologie di backup che le aziende possono adottare, ognuna con caratteristiche specifiche in termini di frequenza e spazio di archiviazione:

1. Backup completo: è una copia di tutti i dati, eseguita periodicamente. Essendo completo, richiede più spazio di archiviazione e tempi di esecuzione più lunghi, ma garantisce una fotografia completa di tutti i dati.

2. Backup incrementale: dopo un backup completo iniziale, solo i dati modificati o nuovi vengono aggiunti, riducendo il tempo e lo spazio di archiviazione necessario.

3. Backup differenziale: simile al backup incrementale, ma ogni volta include tutte le modifiche effettuate dall’ultimo backup completo.
Richiede più spazio di un backup incrementale, ma velocizza il ripristino, poiché non necessita di combinare più backup.

Abbiamo dunque compreso l’importanza del backup, ma è altrettanto fondamentale decidere dove conservarli in modo sicuro ed efficiente.
Le opzioni più comuni sono:

  • NAS (Network Attached Storage): un dispositivo di archiviazione di rete situato in un luogo diverso dal server principale, ideale per le aziende di dimensioni medie che vogliono una soluzione economica ma sicura.
  • Dischi esterni: possono essere conservati fuori sede per ulteriore sicurezza, riducendo il rischio di perdita dati in caso di disastro nell’ufficio principale.
  • Cloud: sempre più aziende scelgono il cloud per la flessibilità, la ridondanza e la facilità di accesso da remoto, offerti da provider come Microsoft o Amazon.

Scegliere il supporto di archiviazione giusto è quindi una parte fondamentale di una strategia di backup efficace.

Ora che abbiamo compreso cos’è il backup, come funziona e perché è fondamentale, approfondiamo ora il concetto di disaster recovery e il ruolo cruciale che svolge nel garantire la continuità operativa in caso di eventi catastrofici.

Disaster Recovery: il piano per eventi catastrofici

Mentre il backup rappresenta il primo livello di protezione dei dati, il disaster recovery interviene come misura di sicurezza più completa, ideata per affrontare situazioni estreme che vanno oltre semplici guasti o errori operativi. Si tratta di un’immagine dell’intera infrastruttura IT di un’azienda, concepita per ripristinare il sistema completo in caso di eventi catastrofici come incendi, inondazioni, attacchi informatici su larga scala o interruzioni elettriche prolungate. Diversamente dal backup, che conserva solo i dati, il disaster recovery include configurazioni di sistema, macchine virtuali, permessi di accesso e tutto ciò che è necessario per garantire una ripartenza immediata e precisa dell’intero ambiente operativo.

Il disaster recovery prevede la creazione di un’immagine completa di un server o dell’intera infrastruttura aziendale, consentendo di ricreare un sistema identico su una nuova macchina in caso di emergenza. I dati vengono sincronizzati con backup periodici, rendendo possibile il ripristino di configurazioni e contenuti aggiornati. Grazie a questo processo, un’azienda può recuperare rapidamente la piena funzionalità del proprio sistema IT, riducendo i tempi di inattività e minimizzando l’impatto sull’operatività.

Esempio di utilizzo del disaster recovery

Un ransomware è un tipo di software dannoso che, una volta infettato un sistema, ne blocca l’accesso o cripta i dati aziendali, rendendoli inutilizzabili.
Gli aggressori chiedono un riscatto per sbloccare i dati o restituire l’accesso al sistema, spesso sotto forma di criptovaluta, come Bitcoin.
Gli attacchi ransomware sono particolarmente pericolosi perché possono paralizzare completamente l’operatività di un’azienda, portando a gravi perdite finanziarie e danni alla reputazione.

Proprio in scenari come un attacco ransomware, il disaster recovery diventa cruciale per prevenire l’interruzione totale delle attività aziendali.
Grazie a una strategia di disaster recovery, l’azienda può ripristinare rapidamente l’intero sistema da una copia precedente all’attacco, recuperando sia i dati che le configurazioni, e riducendo al minimo il tempo di fermo, senza compromettere la continuità operativa.

Differenze tra Backup e Disaster Recovery

Dopo aver compreso le basi di backup e disaster recovery, è importante notare che, sebbene entrambi siano strumenti di protezione dei dati, hanno scopi e metodi differenti, vediamoli nel dettaglio:

1. Obiettivo
Il backup ha come scopo principale la conservazione dei dati, come file, cartelle e database. È progettato per ripristinare dati specifici in caso di perdite parziali o errori minori (es. eliminazione accidentale di un file o guasto di un disco). Il disaster recovery, invece, ha come obiettivo il ripristino dell’intero sistema operativo, comprese le configurazioni di rete, i permessi, le applicazioni, e le macchine virtuali, garantendo il ritorno alla piena operatività in tempi brevi.

2. Ampiezza del ripristino
Un backup recupera singoli file o cartelle, ma non include le impostazioni di configurazione e le dipendenze tra applicazioni. Il disaster recovery, invece, consente di ripristinare l’intero ambiente IT aziendale in modo che le applicazioni e i servizi riprendano a funzionare esattamente come prima dell’evento catastrofico.

3. Velocità di ripristino
In caso di un disastro, il backup può richiedere tempi lunghi per ricostruire tutto il sistema. Il disaster recovery, con le sue immagini di sistema complete, è progettato per eseguire un ripristino rapido, riducendo il tempo di inattività e riportando il sistema allo stato originale in tempi molto più brevi.

4. Tipologia di dati e configurazioni
Il backup tende a essere incrementale o differenziale e memorizza solo i dati modificati. In un disaster recovery, invece, viene spesso conservata un’immagine completa del sistema. Questa immagine include l’intero assetto, dall’infrastruttura IT alle configurazioni dei server, cosa che un semplice backup dati non è in grado di fare.

Migliori pratiche per Backup e Disaster Recovery

Ora che abbiamo analizzato le differenze principali, è utile considerare alcune best practices per mantenere i piani di backup e disaster recovery efficaci e aggiornati.

1. Revisione periodica: i piani non devono essere statici. Aggiornamenti regolari assicurano che riflettano i cambiamenti nell’infrastruttura IT e nelle esigenze aziendali.

2. Test dei piani: simulazioni e test di recupero aiutano a verificare che il disaster recovery sia efficace e pronto all’uso in caso di emergenza.

3. Monitoraggio continuo: un controllo costante sui backup permette di rilevare problemi in tempo reale e intervenire per evitare perdite di dati.

4. Formazione del personale: l’IT e il personale responsabile devono conoscere le procedure e saper agire rapidamente in situazioni di stress.

5. Documentazione: è importante disporre di una documentazione chiara delle procedure e dei contatti di emergenza.

6. Collaborazione con esperti: gli esperti di settore possono fornire supporto nella pianificazione e nell’implementazione di soluzioni ottimali per l’azienda.

7. Soluzioni ibride: combinare backup in locale e cloud offre un buon equilibrio tra velocità di ripristino e sicurezza.

Soluzioni di Backup e Disaster Recovery per sistemi ERP

Le aziende che utilizzano software ERP (Enterprise Resource Planning) devono adottare soluzioni di backup e disaster recovery specifiche per garantire la continuità operativa anche nei momenti di crisi. Esistono diverse soluzioni, adattabili all’infrastruttura IT dell’azienda:

  • Backup in locale: utilizzando NAS o dischi esterni per archiviare i dati.
  • Backup in cloud: sempre più utilizzato, il backup in cloud permette l’accesso da remoto e un elevato livello di ridondanza.
  • Approccio ibrido: combina velocità e sicurezza, con dati critici salvati localmente e copie di sicurezza nel cloud.

Il futuro del Backup e Disaster Recovery

Guardando al futuro, la crescente adozione delle archiviazioni in cloud sta portando sempre più aziende a migrare i propri sistemi di backup e disaster recovery verso queste soluzioni. Infatti, questi sistemi offrono scalabilità, accessibilità e ridondanza, garantendo continuità operativa anche in caso di eventi disastrosi.

Tuttavia, le soluzioni ibride rappresentano ancora un’opzione ideale per molte aziende, bilanciando la velocità di accesso ai dati con la sicurezza del cloud.

Conclusioni

Dunque, scegliere una strategia di backup e disaster recovery non è solo una scelta tecnica, ma un vero investimento per garantire la continuità e la sicurezza aziendale. Un backup ben configurato riduce il rischio di perdita dati, mentre un disaster recovery completo assicura che l’azienda possa riprendere rapidamente le attività anche in caso di eventi catastrofici. Collaborare con esperti del settore e adottare soluzioni ibride, scalabili e monitorate, permette di affrontare le sfide digitali del futuro con tranquillità e sicurezza.